Guida al Web Marketing
per Musicisti Indipendenti
Music Promoter di Fabrizio Pucci
Sto seguendo con grande interesse l’ascesa della canadese Daniela Andrade, che sfrutta molto bene le potenzialità della rete per creare e mantenere relazioni con il pubblico.
Daniela è presente su molti canali e pubblica a cadenza quasi quotidiana. Dotata di una splendida voce, si è fatta largo su YouTube con una serie lunghissima di azzeccatissime cover e a luglio è uscita con il suo primo EP Shore, i cui video sono stati confezionati in pillole da distribuire sui diversi canali, con livelli di interazione decisamente positivi e con un buon volume di buzz.
Oggi questa ragazza è un talento apprezzato a livello internazionale e credo di poter dire che moltissimo abbia fatto la sua predisposizione all’utilizzo dei canali sociali e all’esposizione personale, con l’utilizzo frequente di video live e con grande disponibilità all’interazione.
Lorenzo Cherubini – sarò scontata, ma adoro il suo modo spontaneo di “esserci”, i post su Facebook da cui emerge la sua voce, la scelta diretta e personale di quello che pubblica – non solo pezzi e video suoi, ma video e immagini di altri artisti.
Quando ha pubblicato su SoundCloud le basi dei suoi pezzi perché venissero remixate ha fatto un’operazione fantastica, non la definirei “coraggiosa” ma piuttosto “realistica”: prendere atto che la musica viene comunque ripresa, usata, adattata, ricreata da tutti, quindi opporsi e chiudersi è stupido, mentre chi condivide e fa girare alimenta la creatività e ottiene indietro più di quanto dà.
Radiohead credo siano dei pionieri in questo senso e non smettono di stupire, come l’operazione di lancio dell’ultimo album che ha generato un incredibile passaparola dopo l’improvviso oscuramento del sito e dei profili social nelle ore precedenti al lancio.
A me piacciono i video in cui Steve Vai racconta le sue esperienze e regala piccole lezioni di chitarra. Utilizza i video anche come mezzo per creare appuntamenti per le sue clinic in giro per il mondo. Lo fa perché è un mito, non credo tanto per la necessità di promuoversi… e questo fa tutta la differenza.
Non apprezzo nessun musicista per la sua capacità di promuovere la sua musica online.
Apprezzo molto invece i DJ e i podcaster che seguo su iTunes, perché è attraverso di loro che scopro nuovi autori e pezzi che mi piacciono.
Personalmente ho difficoltà a individuare il nome di un musicista o di una band per rispondere a questa domanda.
Credo che soprattutto gli artisti giovani (una piccola parte di loro, in realtà) abbiano compreso le logiche della promozione online della propria musica. Non solo quelli giovani, comunque, ma anche quelli più attenti alle evoluzioni della tecnologia. Ricordi che nel 2007 i Radiohead hanno utilizzato un innovativo sistema di distribuzione digitale? Fino alla data di pubblicazione del disco nei negozi, era infatti possibile scaricare i brani esclusivamente dal sito della band, con una libera offerta.
Ecco, se una band conosciuta a livello mondiale ha fatto una cosa del genere, ha sperimentato la potenza della rete, mi aspetto da musicisti meno conosciuti un utilizzo altrettanto intelligente del web. Purtroppo in molti hanno tuttora timore di internet non avendone appreso fino in fondo le potenzialità. Ancora oggi.
Sono una grande fan di Bruce Springsteen e devo dire che lo apprezzo molto anche per come promuove la sua musica e i suoi progetti in rete.
Lui personalmente non è molto attivo nei social media ma lo sono alcuni membri della E-Street Band e lo staff fa un gran lavoro anche sul sito ufficiale http://brucespringsteen.net.
Il resto lo fanno i fan, ma proprio questa è la sua forza :)
Premetto che non ho una visione completa del panorama musicale, poiché non è la mia specifica materia di competenza, ma seguo, anche per la loro presenza online, due artisti in particolare.
Apprezzo molto la capacità di promuoversi sul Web e ascolto con piacere la musica di Adem Ben Ezra e di Nik West. Il primo, oltre ad essere un bravissimo bassista e polistrumentista, è anche uno YouTuber eccezionale.
Sono un ragazzo degli anni ’70 quindi cresciuto a rock, pop e rap (quello americano, nero, sia della east che della west coast). Non posso non citare gli U2 che anche grazie alla partnership ormai di lungo corso con Apple, conducono operazioni di marketing incredibili come il regalare l’album Songs of Innocence a oltre 38 milioni di utenti.